Il cavone non è un vero e proprio quartiere. È una salita. Piuttosto lunga, un po’ faticosa, ricorda il letto di un fiume che scende da una collina. È una specie di cintura che collega piazza Dante con il quartiere Materdei che si accosta al quartiere Sanità. Questi luoghi per molti Srilankesi sono la loro casa.
Sabato scorso a Napoli è successo qualcosa di davvero importante. A nemmeno una settimana dal NO al referendum, circa 250 persone – studenti, lavoratori, militanti e cittadini, professori come Giuseppe Aragno, scrittrici come Francesca Fornario, operai come Mimmo Mignano – hanno riempito gli spazi dell’Ex OPG di Materdei per incontrarsi, ragionare assieme sul futuro, organizzarsi. Per non essere telespettatori della crisi.
In seguito alla morte di Fidel Castro si è detto tanto su quello che ha fatto per il suo popolo e anche noi come palestra popolare dell'Ex OPG vorremmo dire qualcosa raccontando, senza la pretesa di essere esaustivi, la storia dello sport a Cuba dopo la rivoluzione.
Scriviamo a caldo, dopo aver dato giusto un veloce sguardo ai dati. Ne avremo di tempo per le analisi quartiere per quartiere: ora ci sono delle cose urgenti da dire. Per capire bene cosa è successo, cosa succederà, e cosa dobbiamo fare noi. Se infatti qualcosa ci ha insegnato il referendum è che sono i popoli a scrivere la storia, e a breve saremo chiamati a grandi sfide per le quali ci sarà bisogno del contributo di tutte e tutti. Andiamo per titoli.
Introduzione | 1. LA DE-NATURALIZZAZIONE DEL RAPPORTO TRA I GENERI | 2. RAPPORTO TRA PATRIARCATO E CAPITALISMO | 3. É POSSIBILE UNA LOTTA SUL PIANO ECONOMICO (di classe) CHE NON TENGA CONTO DI QUELLO IDEOLOGICO E VICEVERSA? | 4. SUL “SEPARATISMO”
Avevo 18 anni quando uno dei papi più infami della storia (ma anche più amati e inattaccabili), il papa polacco della fine del blocco comunista, il papa amico dei dittatori sudamericani, Giovanni Paolo II, arrivò in visita a Cuba. Mi ricordo perfettamente di lui che scendeva dalla scaletta e di Fidel che lo aspettava sulla pista composto e fiero, per una volta col completo elegante e non con la mimetica.
Il 26 novembre saremo in piazza per il corteo nazionale a Roma contro la violenza di genere.
Dalle attività sociali che quotidianamente portiamo avanti, ai vari fronti di lotta sui quali siamo impegnati, i principi a partire dai quali ci muoviamo, sono quelli dell’anticapitalismo, dell’antifascismo, dell’antisessismo, dell’antirazzismo, che cerchiamo di non praticare a “compartimenti stagni”, in percorsi di lotta autonomi, separati l’uno dall’altro, ma nel loro intersecarsi e nella loro articolazione concreta.
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