Questo manualetto è il risultato di un percorso nato all'interno della Camera Popolare del Lavoro di Napoli, un'esperienza nuova, autogestita, interna allo spazio e al progetto dell'Ex OPG “Je so’ pazzo”.
Io lavoro per un grande gruppo bancario italiano e faccio il gestore. In parole semplici sono uno di quelli che vi trovate dietro la scrivania quando volete aprire un conto corrente, quando chiedete un prestito o un mutuo e soprattutto quando volete investire i vostri risparmi.
Non si può assolutamente mancare! Per le vittime innocenti come Genny Cesarano. Per pretendere lavoro, diritti, casa, servizi sociali. Restare in silenzio non è più possibile. Restare fermi non è più accettabile. Non vogliamo più contare morti a Napoli: non è solo la violenza di chi spara, ma anche di chi ha l’arroganza di credere di poter governare interi quartieri, di stabilire un controllo serrato sulle nostre vite. Non possiamo più restare a guardare. Non abbiamo bisogno di retorica, non la vogliamo più sentire. Abbiamo visto troppe passerelle della politica in questi anni, troppi spot e soluzioni superficiali per Napoli e la Campania. Abbiamo visto tanti intrecci di potere e poche risposte da parte di chi ci ha governato. Abbiamo bisogno di risposte vere, concrete, strutturali: - Abbiamo bisogno di scuole. - Abbiamo bisogno di lavoro e di diritti. - Abbiamo bisogno di sicurezza. Non c’è bisogno di eserciti, ma di normalità. Il maggior motivo di insicurezza sono le diseguaglianze e la povertà. Bisogna presidiare i nostri territori e fermare la violenza.
Quella di Salita Scudillo è davvero una vicenda incredibile, che ogni napoletano dovrebbe conoscere. Perché la dice lunga sulla storia e sulla bellezza di questa città, ma anche sull’inefficienza delle amministrazioni e sul poco amore che alcuni hanno per il territorio in cui vivono. Ma soprattutto ci indica cosa possiamo concretamente fare – già da oggi – per trasformare Napoli e uno dei suoi quartieri più belli e difficili, la Sanità.
Prima un po’ di storia, poi lo stato dell’arte e poi una proposta concreta di mobilitazione.
Qualche giorno fa per nostra sfortuna ci siamo imbattuti in due fantastiche trasmissioni: “A conti fatti” su RAI 1 e l’“Aria che tira” su LA7. In entrambe si parlava della storia del pensionato che ha sparato al cuore un ragazzo albanese che voleva rubargli in casa.
Caro Genny,
sono passati due mesi da quando un agguato di camorra ti ha tolto la vita - a te, 17enne innocente, colpevole solo di esserti trovato in mezzo a una guerra che non avevi dichiarato, in una guerra sporca e senza onore, fatta per la droga, i soldi e il potere.
Sono passati due mesi, ma volevamo dirti che non ti abbiamo dimenticato.
Ve l’abbiamo detto, siamo pazzi: perché troviamo innaturale quello che a tanti fanno credere che sia normale: la miseria, lo sfruttamento, la guerra di tutti contro tutti, la devastazione dell’ambiente. Siamo pazzi perché pensiamo che, se ci mettiamo insieme, tutto ciò possa cambiare. Per questo sappiamo che non possiamo limitarci a protestare, ma dobbiamo dire chiaramente dove vogliamo andare e che vogliamo fare. Ecco quindi la nostra dichiarazione di intenti, il nostro programma. Che poi è quello che milioni di persone in questi anni di crisi hanno chiesto con forza con scioperi, petizioni, cortei, occupazioni...
Ora vogliamo discuterlo, precisarlo e realizzarlo insieme a tutti. Per produrre da subito un cambiamento reale.
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